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Segnaletica verticale, orizzontale, stradale e in luoghi esterni


di Domenico Natale

Viviamo in un epoca di segnali che ci orientano nei movimenti. La loro qualità è essenziale per garantire una comunicazione efficace e sicura.

Piacevole segnale, che in parte è confortante ed  in parte lascia qualche dubbio sul verso della freccia e dell'auto, che si incontra tra le stupendi calli di Venezia.

Di seguito si riportano alcuni casi di segnaletica, con l'intento di fornire possibili spunti di miglioramento.

La "segnaletica verticale" che si trova nei luoghi all'aperto, ad esempio sulle strade, fornisce informazioni necessarie per orientarci. "I segnali stradali in Italia sono milioni, in media quarantotto per ogni chilometro... li decifriamo a fatica, li scordiamo un attimo dopo e ci resta sempre il dubbio di aver equivocato qualcosa" (citazione da "Seguite la freccia, anzi no: il paese dei cartelli sbagliati" La Repubblica, 13 gennaio 2008, pag. 34-35).

Chissà quanti altri milioni di segnali, oltre quelli stradali, esistono. Il rischio che si corre è un'assuefazione all'affollamento segnaletico, con la difficoltà di discernere i casi più essenziali.

Similmente alle "icone" che fanno navigare su internet, anche i segnali, stradali e non, dovrebbero osservare delle regole di qualità. Esiste un orientamento che possa essere seguito secondo standard internazionali?

La qualità della segnaletica può ispirarsi a certi criteri come, ad esempio, quelli derivanti dagli standard di qualità dei dati ISO/IEC 25012, tra cui
- accuratezza delle informazioni riportate sul segnale
- attualità, cioè rispondenza nel tempo (es. notizie e avvisi superati dagli eventi)
- coerenza, tra i vari segnali
- completezza, (come la triade per le rotonde: segnale orizzontale, triangolo per dare la precedenza, avviso circolare di rotonda)
- conformità a regole generali (es. marcia a destra)
- credibilità (es. segnali non ufficiali o superati)
- accessibilità per i disabili
- comprensibilità, ad esempio la necessità di segnalazione di divieto di conversione ad U, non sempre vietata negli incroci metropolitani

Sono altresì importanti altri criteri (derivabili dalla legge 4/2004 sull'accessibilità): sicurezza (di installazione) e salvaguardia della salute, percezione (visibilità), apprendibilità, tolleranza agli errori (prevedere la possibilità di recupero), gradevolezza. Infine non vanno tralasciate le caratteristiche proprie dello standard ISO/IEC 9241-11 sulle interfacce grafiche, valide anche per i cartelli stradali: efficacia, efficienza e soddisfazione d'uso, che possono estrinsecarsi in: equo affollamento di segnali, frequenza di aggiornamento nel tempo (per quelli elettronici), tempo di lettura necessario tenendo conto della velocità di chi legge e dei tempi di reazione, spazio fisico necessario per dare  la possibilità di azione.

Sarebbe interessante disporre di una metrica che evidenzi i casi più anomali: ad esempio il numero mensile di incidenti stradali o di multe per incrocio o zona. In caso valori di molto superiori alla media sarebbe lecito pensare ad una mancanza di visibilità del segnale, incoerenza con altri segnali, ecc., più che ad azioni indisciplinate dell'automobilista.

Si forniscono di seguito in modo casuale alcuni esempi reali, con considerazioni relative al criterio di qualità rispettato o disatteso.

segnali stradali - signals In Giappone ci si sente veramente lontano: un salto verso l'ignoto. Il linguaggio è così diverso, la cultura da scoprire, i segnali stradali sono per noi veramente incomprensibili. Un traffico degno delle più grandi città del mondo, dove si muovono ogni giorno 3 dei 12 milioni di abitanti che la popolano.

La comprensibilità è difficile a causa del linguaggio.

 
Per agevolare la comprensibilità in Giappone è in aumento l'uso di simboli grafici universali, icone o frecce, ad esempio in alcune piste ciclabili o per suggerire il verso della gente per le scale.

Il supporto alla comprensibilità è chiaro.

 

C'è una grande attenzione ai disabili, come ciechi e ipovedenti. Sia sulla pista pedonale che sui normali marciapiedi abbondano i "sentieri" in rilievo che si possono avvertire sotto le scarpe.

L'accessibilità è al primo posto.

 

L'uso di frecce sulla strada sono inusuali in Italia. Ma in un Paese con la guida a sinistra, come in Giappone, possono risultare vitali per ricordare agli stranieri il senso di marcia.

Si sottolinea la conformità alle regole.

 

I semafori pedonali scandiscono il tempo rimanente per l'attesa con il rosso e per il tempo rimanente all'attraversamento, sul verde. Non come alcuni semafori che restano molto a lungo sul giallo e non forniscono alcuna informazione utile al pedone circa l'avvicinarsi del rosso.

Un segnale acustico, tipo cinguettio di uccelli, fornisce anche un equivalente sonoro per i ciechi.

Accessibilità totale!

 

Originale segnale, utilizzato in alcuni Paesi esteri, di permesso di svolta a destra sempre consentito anche con semaforo rosso. Non è male l'idea per strade con buona visibilità e traffico raro.

 

Negli Usa - Seattle, Stato di Washington - molti dei segnali sono elettronici. Nella foto una indicazione dinamica che segnala l'obbligo di girare a destra, essendo chiusa la corsia rapida di accesso al centro. A secondo delle ore di punta e del traffico, la segnaletica cambia.

La frequenza di aggiornamento dipende dall'esigenza in tempo reale:

buona la visibilità, la comprensibilità e l'attualità dell'informazione nelle ore del giorno.

 

La scritta "Il nostro futuro è nella classe di oggi" è ben visibile e non è "affollata" con altre pubblicità o peggio ancora con altri segnali stradali.

Anche la pubblicità richiede la giusta dimensione delle scritte e facilità di lettura.

 

I cartelli che indicano una zona per essere efficaci devono non risultare affollati e troppo vicini ad altri; a volte possono risultare ridondanti rispetto al contesto.

L'affollamento dei segnali in questo caso, nella Death Valley, è più che rispettato: per chilometri nulla!

 

Cartello pedonale semplice su un sentiero delle Dolomiti nella zona di Pera di Fassa.

Forse per quanto riguarda la comprensibilità può rimanere l'interrogativo sul numero 543. Ma quasi tutti sanno che non indicano i chilometri mancanti, ma il numero del sentiero.

 

Questo cartello, leggermente più complesso, è comunque facilmente leggibile in quanto si trova su un sentiero perdonale di montagna, dove una volta passava il trenino della Val di Fiemme: anche in questo caso una sosta per leggere fa anche piacere.

Buona visibilità.

 

Cartelli ambigui. Sulla foto a sinistra sia i passeggini per bambini (da soli?) che gli adulti possono andare ovunque. Sulla foto di destra sembra che in ogni caso si debba convergere al centro...?

 

Scarsa comprensibilità, ma comunque i cartelli sono molto piacevoli e divertenti.


"Il trasporto sulla seggiovia di bambini non accompagnati è consentito solo nel caso che questi abbiano altezza non inferiore a m 1,25. I bambini di altezza inferiore a 1,25, per poter viaggiare non accompagnati sulle seggiovie,debbono dimostrare di aver compiuto gli 8 anni di età".

Scritte di testo come queste, complesse e lunghe, possono essere efficacemente sostituite da più immediate immagini simboliche, come si trovano nello stesso luogo.

Il testo complesso richiede più tempo di lettura dell'immagine.

 

Doppie indicazioni sui segnali possono creare incertezza.

Il tempo di lettura è risultare maggiore.

 

Similmente fanno pensare tutti i cartelli in cui sono riportano frecce di direzione verso aeroporti, con a fianco il disegno dell'aereo che sembra indicare da un'altra parte.

 

Cartelli stradali a Pennabilli, dove risiede il Museo dell'Informatica e Storia del Calcolo (cartello in giallo) inaugurato nel 1991 con finalità scientifiche, culturali e didattiche.

Si nota un eccessivo numero di informazioni. Completezza eccessiva, cioè ridondanza.

 

In un bellissimo paese dopo l'Abetone venendo da Pistoia, c'è una singolare segnaletica. Per entrare in Fiumalbo infatti occorre fare una curva a 170° seguendo strane indicazioni che fanno fare una minirotonda, davanti a una chiesetta, a causa di poco spazio circostante.

Ci si pensa prima di girare (come si dovrebbe fare sempre).

 

Il messaggio importante "strada chiusa" rischia di far "inchiodare" i molti automobilisti che passano di giorno  per leggere i dettagli, troppo numerosi, piccoli e con eccezioni. Forse sarebbe più efficace scrivere "strada chiusa di notte" lasciando ai pochi interessati di rallentare, anzi fermarsi, per leggere.

Eccessivo il tempo necessario rispetto al testo.

 

Da vecchi cartelli statici, alcuni comunque chiari, si sta passando a cartelli elettronici. Ci sarà più attualità e una grande potenzialità di aggiornamento e attualità. E' importante che i cartelli elettronici diano informazioni utili in tempo reale,  per esempio sugli orari ZTL (zona a traffico limitato). Per leggere alcuni cartelli statici complessi sulla ZTL, infatti, occorre a volte una sosta.

 

 

 

Cartello in Germania per la ZTL . Nella zona possono transitare liberamente le auto con bollino arancio e verde. Il tempo di lettura è ridotto (foto di P. Terzigni).

 

La ZTL può variare in varie situazioni. La tempestività di aggiornamento non sempre si accompagna con la chiarezza del messaggio. Ad esempio "varco non attivo" fa concentrare l'attenzione sul dispositivo automatico, ma non sulla possibilità di passare liberamente o di non passare. Probabilmente sarebbe più chiaro: accesso consentito o accesso non consentito, a prescindere dal funzionamento del dispositivo.

La comprensibilità è scarsa, per chi ci si imbatte per la prima volta.

Varco è il "luogo dove si passa": se il luogo non è attivo, letteralmente, non si dovrebbe passare.

 

 

In autostrada il varco indica un passaggio che viene aperto tra le due carreggiate con adeguate segnalazioni per motivi eccezionali: emergenze o lavori. Per regola il varco è fisicamente chiuso.

 

 

A volte i segnali elettronici danno informazioni generiche, ma comunque utili, come "Mantenere la distanza di sicurezza".

Sarebbe utile poter aggiungere anche informazioni più specifiche: "A 100 kmh mantenere distanza di 50-100 m" oppure come più spesso indicato "A 110 kmh su bagnato distanza di arresto 150 m".

 

 

Si può prevedere probabilmente che la numerosità e la dislocazione dei segnali è tale che occorrerà una sempre maggiore supervisione territoriale, non solo centralizzata, per il continuo miglioramento ed adattamento alle evoluzioni del traffico, avvalendosi di tecniche telematiche. Al primo posto rimarrà da considerare l'aspetto di usabilità per l'utente.


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