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 museo informatico - computer museum: hardware

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1940: nasce il computer

Anno di nascita

Come è scritto anche nel Computer Museum di Boston, nel 1940 nasce il computer (foto D. Natale, 1991). 

Dimensioni enormi, rumorosissimo, lento e senza una elevata continuità operativa. Tuttavia già in quel periodo erano presenti tutti gli indizi del promettente sviluppo dell'informatica e persino di Internet. 

"Il memex di Vannevar Bush, sebbene utilizzasse la tecnologia basata su "microfiches" (microfilm) degli anni Quaranta, è stato un precursore dell'idea del PC collegato a Internet, capace di contenere un'enorme quantità di dati ed utilizzare i collegamenti per raccogliere tutte le informazioni correlate a un solo argomento" (Bill Gates, Business @lla velocità del pensiero, Mondadori, 1999, p. 209 - original title: Business @ the speed of Thought, Warner Books, Inc., NY).

In Italia, invece, l'anno zero dell'informatica è ritenuto essere il 1954 (Corrado Bonfanti, "L'affare Finac tra Manchester e Roma (1953-1955) ed alcuni documenti inediti ad esso relativi", Congresso Annuale AICA, Palermo 1994).

 

 

 

Ural-1

Nel Museo della Scienza e Tecnologia di Mosca e' esposto l'Ural-1 sviluppato nel 1954. Sulla sinistra l'ingegnere russo Lebedev (1902-1974) tra i principali progettisti dei primi computer russi.

 

 

Scheda perforata

Esempio di scheda perforata utilizzata massicciamente negli anni '70, disponibile in omaggio al Computer Museum di Boston (immagine scannerizzata da scheda originale).

"Scheda" è spesso sinonimo di Linea di Codice, una delle metriche dimensionali del software. In ogni colonna di una scheda venivano prodotti una serie di fori secondo un alfabeto convenzionale. 

1970: scheda - card

 

Le schede, che rappresentavano per i grandi main-frame il più usuale input di ingenti quantità di dati, erano perforate con apposite macchine da scrivere, in genere di grandi dimensioni, e lette con un apposito dispositivo in grado di decifrare le combinazioni di fori come lettere o numeri; ogni tanto il lettore poteva anche incepparsi. Le schede avevano il vantaggio di lasciare una traccia fisica visibile dell'informazione trattata. 

 

 

...altre schede perforate

Esempi di perforatori di schede di piccole dimensioni portatili, si noti a destra il cassetto con le schede da conservare (Museo della Scienza e Tecnologia di Mosca)

 

1960: schede - cards

...schede perforate IBM

Tre schede perforate, più piccole di quella standard riportata in basso, della seconda metà degli anni '60 adottate in sistemi IBM dell'epoca (immagine scannerizzata da scheda originale).

 
...una scheda perforata di grande dimensione

Schede perforate di grandi dimensioni, oltre 30 cm (Museo della Scienza e Tecnologia di Mosca)

 

1965: tape reader SCM

Lettore di nastro di carta

Lettore di nastro di carta della SCM (Smith/Corona/Marchand) del 1965 circa, in esposizione nel Computer Museum of America del Campus Coleman Education Center (La Mesa, California)(foto D. Natale, 2000). 

Il nastrino di carta perforato conteneva nei primi calcolatori le istruzioni per il caricamento iniziale del sistema operativo. 

 

"I piccoli calcolatori utilizzano le unità a nastro di carta. Questo supporto (analogo alla classica scheda) è molto più economico...La differenza sostanziale fra nastro e schede è che il nastro è un mezzo di registrazione continuo, mentre le schede hanno una lunghezza fissa...Le perforazioni sono di solito rotonde...una riga ha la funzione di controllo di disparità...La verifica del codice viene fatta dal calcolatore e l'accordo garantisce, entro certi limiti, l'esattezza del dato ricevuto...sono disponibili testine di lettura del tipo a spazzole e del tipo a fotocellule. Nel primo caso la velocità di lettura è di circa 180 caratteri al minuto, nel secondo può raggiungere i 1000" (cfr. Scienza degli elaboratori, coordinamento A. Siciliano, Zanichelli, 1973, p. 114-115).

 

 

Microprocessore Kaypro

Microprocessore Z80 del Kaypro II, il primo computer realizzato con sistemi non-lineari, nel 1982. La CPU era di 2,5 MHz con 64K. Il microprocessore era il più veloce upgrade allora disponibile per elevare la velocità di elaborazione a 5 MHz (di D.Z., Carnegie Mellon -Usa).

 

Lettore di nastro di carta Facit

Lettore di nastro di carta Facit, esposto alla mostra informatica  bit@byte a Roma all'Accademia dei Lincei dal 24 ottobre al 20 novembre 2005.

 

Elaboratore ELEA 6001

Elaboratore italiano ELEA 6001 (Olivetti), funzionante dal 1966 al 1974 presso il Pontificium Athenaeum Salesianum di Roma - 10 K di memoria a nuclei magnetici, senza disco, senza sistema operativo residente. In primo piano si noti l'unità di lettura del nastrino di carta perforato per il caricamento del sistema operativo (immagine scannerizzata da cartolina originale).

 

L'ELEA era definito il primo vero calcolatore elettronico italiano. Tra il 1960 e il 1963 ne furono installati 170 e coprivano circa il 25% del mercato italiano dei calcolatori. (Cfr. La cultura informatica in Italia, riflessioni e testimonianze sulle origini 1950-1970, Fondazione Adriano Olivetti, Editore Bollati Boringhieri, 1993, pag. XVI, 47, 133-134). Indirizzato al mondo universitario, l'ELEA 6001 era più piccolo dell'ELEA serie 9000, di pochissimi anni prima, ed era più orientato, nella sua versione 6001/S alla soluzione di problemi scientifici invece che gestionali. 

 

 

Memoria a nuclei

Particolare della memoria in nuclei di ferrite dell'elaboratore ELEA 6001 (Olivetti) degli anni '60 (foto D. Natale, 1994). 

1 K di memoria occupava lo spazio di una piastra quadrata di circa 20 cm di lato e 1 cm di spessore. Un nucleo di ferrite, cioè un bit, era grande circa 1 millimetro.

 

 

Tavolo comando Elea 6001

Tavolo di comando e controllo dell'Elea 6001 esposto nel Museo degli Strumenti di Calcolo di Pisa (foto D. Natale, 2003)

 

1966: schede/card computer Olivetti ELEA 6001 made in Italy

Schede dell'elaboratore ELEA 6001

Alcune schede interne dell'elaboratore ELEA 6001 (Olivetti). Dimensioni 16*11 cm. (foto D. Natale, 1994).

 

 

Macchina ridotta

La Macchina ridotta,
completata nel luglio 1957, il vero primo calcolatore digitale costruito in Italia, precedendo la CEP di oltre tre anni. Per l'epoca adottava soluzioni allo stato dell'arte (architettura parallela, memoria a nuclei di ferrite,  controllo micro- programmato).

 

CEP

La CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana), esposta nel Museo degli Strumenti di Calcolo di Pisa; nata nel 1961 era composta di 3500 tubi elettronici, 2000 transistori e 12000 diodi al germanio. La memoria a nuclei magnetici era costituita da 8192 celle di 36 bit. Lo spazio occupato era enorme (foto D. Natale, 2003). Per saperne di più....

 

OSBORNE-1

Realizzato nel 1981 è uno dei primi Personal Computer portatile (oltre 10 chili!) con 64 K di RAM ed uno schermo piccolissimo da 5 pollici, floppy 5-1/4. Esposto alla mostra informatica  bit@byte a Roma all'Accademia dei Lincei dal 24 ottobre al 20 novembre 2005.

(L'annuncio prematuro del sistema successivo causò un crollo delle vendite e la bancarotta della Osborne Computer - fenomeno chiamato "Osborne effect")

 

1990: personal computer Olivetti M290 made in Italy

PC Olivetti M290

Personal Computer Olivetti della fine degli anni '80 con memoria di 640 KB e floppy da pollici 5'15''. Accanto è visibile una stampante ad aghi Mannesmann con carta a modulo continuo (foto D. Natale, 2000).

 

 

PC vari

Nel Museo Tecnologico di Mosca un PC Olivetti al centro di vari esemplari di diverse marche. A destra un computer a schermo verticale.

 

Portatili dell'inizio anni '90

Sulla sinistra Olivetti M 15: peso 5,7 Kg, 2 floppy da 720 kb, RAM 256 K, LCD 10,5 pollici. Sulla destra PC Microtek, molto piccolo se paragonato alla moneta di 2 euro: risoluzione video 640*200, RAM 640kb, MS Dos 5.0. (foto M. Beretta).

 

 

1985: mouse IBM

Mouse IBM

Uno dei primi mouse della IBM (International Business Machine) della metà degli anni '80. Rispetto ai mouse di oggi si noti la distanza tra i due pulsanti (foto D. Natale, 2000).

 

 

globo terrestre visto da satelite (simulazione)

 

Satellite

Il satellite può essere considerato una  evoluzione dell'hardware dei computer. Nella foto si nota il globo terrestre su cui è riprodotta la visione telerilevata da satellite in tempo reale, esposto alla mostra informatica bit@byte a Roma all'Accademia dei Lincei dal 24 ottobre al 20 novembre 2005. Sono stati esposti oltre 200 pezzi provenienti dal Museo degli strumenti per il Calcolo di Pisa, da collezioni aziendali, da collezioni private, pubblicati in un catalogo. Durante la rassegna è stato attivo un piano didattico rivolto alle scuole primarie. (foto D. Natale, 2005).

 

 

 

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