Temi sociali

Pandemia

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Articolo Key4biz del 14 luglio 2021
Demografia, tracciamento e piattaforme "data drive" per il contrasto alle pandemie

Le misurazioni relative alla pandemia mondiale e alle epidemie nazionali sono state numerose e, seppur non strutturate in egual modo in tutti i Paesi, convergono verso gravità senza precedenti. Il termine pandemia ha il sopravvento su quello dell'epidemia, essendo quasi impossibile, data la veloce mobilità delle persone e quindi dei virus, mantenere i contagi in ogni ristretto confine territoriale nazionale.

In futuro una governance territoriale dovrebbe suggerire standard di definizioni, conteggi, e misure validi in tutte Europa e anche quando possibile in visione multi-continentale.

Una classificazione delle misure porta alla distinzione tra predittive e consuntive. Le prime, utili per prevenire i rischi e osservare le velocità dei contagi, per tutelare gli ospedali, le seconde utili per effettuare un bilancio finale e quantificare la gravità complessiva in essere nella popolazione.


Inoltre la distinzione tra contesto ospedaliero e epidemia reale può fornire diverse possibilità di intervento (concordanti o discordanti): sui rischi di assistenza in terapia ospedaliera e sulle misure di intervento a fini cautelativi. Ad esempio possono verificarsi regioni con epidemia grave, ma ritenute non a rischio in quanto con alte potenzialità di cura in terapia intensiva, oppure regioni con epidemia sotto la media, ma ritenute a rischio in quanto vicine alla saturazione dei posti letto e minori potenzialità di cura.


L'indice di morbosità totale, a cui sono dedicati grafici seguenti per mese o per diversi ordini delle regioni e provincie autonome, rappresenta la sintesi complessiva, a posteriori, degli effetti reali in rapporto alla popolazione delle situazioni preannunciate dai vari indici predittivi quali l'RT, il tasso di positività, ecc..
"La morbosità è un indice della statistica sanitaria che esprime la frequenza di una malattia in una popolazione. E' definito come il rapporto tra il numero di soggetti malati e la popolazione totale" (v. morbosità-wikipedia e testi specialistici).
Il numero di soggetti "Attuali positivi" (o attualmente positivi) è pari in una certa data al totale dei casi avvenuti nel tempo, meno i dimessi/guariti, meno i deceduti [tratti dai numeri dell'Open Data del DPC]. Rapportando gli attuali positivi alla popolazione, ad esempio 10.000 come in questo caso, si ottiene l'indice di morbosità.

L'indice a fine dicembre 2021 presenta un incremento esponenziale superando il valore di dicembre 2020. Il fenomeno di crescita è difficilmente confrontabile con l'anno precedente, essendo influenzato dalla molto contagiosa variante Omicron, da un maggior numero di tamponi, non escluso anche da una diversa composizione della popolazione tamponata.


La tendenza dei contagi anche grazie alla massiccia opera della campagna di vaccinazione. Dove ci sono stati più vaccini si è riscontata nel tempo una più bassa morbosità.


A livello provinciale le situazioni pandemiche hanno oscillato mese per mese, come si nota nei seguenti due esempi.

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Poi variata il semestre successivo.

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E' riconosciuto che le ondate 2020 e 2021 hanno avuto un andamento stagionale, penalizzando i mesi invernali in cui i comportamenti sociali si concentrano in locali al chiuso con minore distanza atra le persone, favorendo i contagi.

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Il divario "cronico" in Italia Nord-Sud si è manifestato anche nel fenomeno pandemico (ma in senso opposto a quello in genere verificatosi, con vantaggi al nord piuttosto che al sud).

Una iniziale "salute" al sud si è verificata all'inizio dell'epidemia (probabilmente per minore mobilità dal nord al sud nella stagione invernale). Poi un contagio diffuso anche al sud, ma di minore entità del nord, e successivamente rapidi miglioramenti. Il maggiore isolamento del sud in alcuni periodi ha giocato a favore della "salute".

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Verso la fine della prima ondata si è constatata una più lenta rimonta del nord-ovest (Piemonte e Lombardia). Le più intense attività economiche, la maggiore densità della popolazione…

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Tutto ciò suggerisce l'utilità un monitoraggio "telescopico": comune, provincia, regione, nazione.

I dati possono essere utili sia in valore relativo (Tasso di morbosità: numero casi esistenti sul totale popolazione), sia ponderando il tasso di morbosità con le disponibilità sanitarie esistenti per il recupero dei rischi pandemici.

Esempio di dati telescopici 2020 Regione/Nazione.

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I fenomeni di morbosità e possono essere monitorati con il numero dei ricoverati effettivi, fornendo risultati di orientamento sui rischi in atto e sugli interventi programmabili.

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L'indice di morbosità (costituito dai casi attuali, cioè i casi totali al netto dei guariti e deceduti, rapportato a 10.000 abitanti del territorio di appartenenza) può essere considerato il risultato di varie componenti epidemiche:
- RT e velocità di ascesa o discesa;
- comportamenti della popolazione;
- indice di positività;
- casi asintomatici;
- presenza di varianti;
- disponibilità ed efficacia delle strutture sanitarie di cura;
- aumento delle guarigioni;
- appropriati interventi di politica sociale cautelativa;
- resilienza di persone e organizzazioni;
- vaccinazioni.


Dati Covid 2020

a) Primo periodo: marzo-ottobre 2020

Si riportano di seguito analisi territoriali degli andamenti dell'epidemia Covid, iniziate da marzo 2020.

Relativamente a questo periodo sono disponibili due articoli pubblicati sulla Rivista Key4biz:
- "Morbosità delle regioni italiane e assistenza sanitaria nell'epoca del Covid-19" del 22 ottobre 2020
- "
Covid-19 e Morbosità delle Regioni Italiane" del 27 ottobre 2020

Essi sono frutto delle analisi sulla base dei dati (
Open data del Dipartimento della Protezione Civile) relativi al numero dei contagi pubblicati giornalmente dal DPC, che risulta sulla densità del numero rispetto a 10.000 abitanti (quest'ultimo dato tratto dal sito tuttitalia.it).

La distribuzione del contagi regionali è verosimilmente correlato con il grado di industrializzazione.

Nel momento del picco epidemico di metà aprile le regioni del sud si sono avvicinate come morbosità a quelle del centro, per poi ricominciare a scendere abbastanza velocemente, grazie anche al lockdown generalizzato a livello nazionale. La situazione generale appare quindi con una minore vulnerabilità di contagio del sud rispetto al tasso del nord. Probabilmente il diverso tessuto delle interazioni sociali del sud, dei contatti, dei movimenti delle persone, la diversa fluidità della mobilità, specie nella stagione invernale, ha frenato il dilagare di focolai o comunque ha ridotto il tasso di contagio. Ma queste valutazioni si lasciano a ulteriori studi.

Altre analisi statistiche della correlazione tra Covid e Sviluppo delle Regioni sarebbero utili.

In studi di Tesi di laurea della Facoltà di statistica di Roma sui dati del Censimento 1971 la situazione generale dello sviluppo socio-economico era risultata (colori scuri con più alto sviluppo)

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Situazione, abbastanza stabile, confermata dallo studio del Sole 24 Ore del 17 dicembre 2011, pag. 13-17 (colori chiari con più alto sviluppo).

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Singolare la coincidente esplosione epidemica in aree di maggiore sviluppo economico, paradossalmente con maggiore benessere sociale, ma non in grado di contrastare il Covid.

b) Secondo periodo: novembre 2020-gennaio 2021

Relativamente al secondo periodo dell'epidemia sono disponibili due articoli pubblicati sulla Rivista Key4biz:
- "I dati contano, se rac-contano bene" del 10 dicembre 2020
- "
Epidemia e Infodemia: una sola dashboard per tutti i dati sul Covid-19?" del 28 gennaio 2021

Si può precisare che la pressione sanitaria potrebbe essere dovuta non solo dal numero dei ricoverati, in proporzione alla popolazione, ma anche dalla politica di cura dei positivi attuali presso centri ospedalieri, invece che per quelli meno urgenti presso il loro domicilio.

Saranno necessari ulteriori dati aperti affinché il mondo della ricerca possa dare un supporto alle decisioni di governance. In particolare sarebbe utile l'analisi statistica dei numero e tipo di vaccini applicati, per regioni e provincie autonome, e la loro densità rispetto alla popolazione ed efficacia nel tempo, così come dati sugli standard di tamponi effettuati.

E' chiaro che quanto esposto riguarda una prospettiva di esame della situazione attuale e non ha scopo predittivo. Gli algoritmi predittivi dei contagi, già messi in atto a livello istituzionale, consentiranno di monitorare gli indicatori più influenti di ausilio al treno del contenimento epidemico.

Le diversità del territorio potranno orientare verso modelli ritenuti i più idonei per la popolazione, secondo le peculiarità locali. I territori costituiti dalle regioni e provincie autonome, sono caratterizzati da diverse identità costituendo diverse realtà originali con le proprie tradizioni e caratteristiche. Si potranno considerare ambienti rurali e urbani, da confrontare, valorizzare, armonizzare e integrare, anche in un nuove ottiche di studio.

E' il tempo di affrontare lo sviluppo non solo in prospettiva Smart City, vista la forte pressione sanitaria nelle grandi regioni e grandi città, ma anche nei riguardi di Smart Region e Smart Land, anche per ridurre pressioni dell'urbanesimo sulle città, probabilmente con problematiche di addensamento da risolvere anche sui centri commerciali e sui trasporti urbani. La corsa all'urbanesimo si potrà contenere con ammodernamento delle realtà rurali, opportunità vitali di un nuovo sviluppo economico e turistico. Il concetto di progresso centrato sul PIL e addensamento di popolazione può trovare unanime consenso di completamento con altri indicatori.

In un futuro non lontano, vista la complessità dei fenomeni e la numerosità della variabili da tenere in considerazione per un monitoraggio appropriato, si spera che le nuove tecnologie informatiche, da studi computazionali, ai Big data e alla
Intelligenza Artificiale, potranno contribuire a fornire un supporto per una programmazione preventiva, sistemica, continua, tempestiva e statisticamente affidabile. In particolare si auspica un ausilio per il controllo delle pandemie Una speranza riposta dell'IA. Tanti altri dati potranno correlarsi.  

Si ricorda infine che la Statistica è una disciplina che non è un esercizio di esperti, ma la determinazione di dati essenziali per la gestione dei fenomeni a servizio delle decisioni di competenza dello Stato.  Per le epidemie e le pandemie… la sopravvivenza dipende non solo dai vaccini e lockdown, ma anche dai dati di alta qualità (comunali, provinciali, nazionali, europei, internazionali, mondiali) che, in futuro accompagnati da Algoritmi di Intelligenza Artificiale, possono suggerire misure di intervento rapide, oculate, settoriali, non solo a livello di cura, ma anche di prevenzione e per la equa distribuzione sul territorio delle strutture sanitarie in base alle esposizione sociali ai virus ed alla densità della popolazione locale.

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